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Codice etico

 Norme di condotta (c.d. codice etico) Il c.d. codice etico della Rivista si conforma alle linee guida del COPE (Committee on Publication Ethics), pubblicate all’interno della pagina web https://publicationethics.org. In particolare, si precisa quanto segue: 1. Requisiti di qualità scientifica della Rivista online: La Rivista si impegna ad assicurare livelli elevati di correttezza e professionalità. Non contiene informazioni fuorvianti per lettori ed Autori, né imita altre pubblicazioni online. Include una dichiarazione relativa agli obiettivi della Rivista e definisce chiaramente i lettori ai quali si rivolge. La Rivista pubblica lavori scientifici – rispettivamente, articoli e note a sentenza – ai sensi del vigente Regolamento per la classificazione delle riviste nelle aree non bibliometriche, attinenti alle materie penalistiche o processual-penalistiche, nonchè di interesse interdisciplinare per le materie suddette. Conformemente all’art.16 co.4 Reg. ANVUR, gli Autori dei lavori pubblicati sono in maggioranza studiosi strutturati presso Università o enti ed istituti di ricerca italiani e stranieri ovvero facenti parte del personale di ricerca delle suddette istituzioni ovvero dotati di prestigio nella comunità scientifica internazionale. Particolare attenzione viene prestata all’apertura ed al pluralismo in ragione della varietà dell’origine culturale e della matrice accademica degli Autori. Conformemente all’art.18 Reg. ANVUR, la larga maggioranza dei lavori scientifici pubblicati deve segnalarsi per “l’originalità, l’ampiezza della trattazione, la correttezza metodologica e dell’analisi critica, oltre che per la ricchezza delle fonti e dell’informazione bibliografica”. Inoltre, il carattere scientifico dei contributi pubblicati sulla rivista è determinato dal grado elevato di approfondimento, testimoniato dal taglio critico, dalla presa in considerazione del dibattito internazionale (ove rilevante per la disciplina) e dall’accuratezza nella ricerca delle fonti e bibliografica nonché nell’informazione di base. Oltre ai lavori scientifici, la Rivista pubblica “editoriali” di autorevoli studiosi di materie penalistiche, processual-penalistiche o di interesse interdisciplinare per le materie suddette; contributi a ”forum” o “discussioni” attinenti alle scienze penalistiche integrate; documenti pubblici relativi alle materie penalistiche e, in un’apposita rubrica, pagine classiche, “senza tempo”, d’interesse penalistico. L’ISSN della Rivista è chiaramente visibile. 2. Procedimento di revisione (peer review): La Direzione[1] è responsabile della decisione di pubblicare gli articoli sottoposti alla Rivista stessa. Essi sono inoltre vincolati dalle disposizioni di legge vigenti in materia di diffamazione, violazione del copyright e plagio. Nell’assumere le proprie decisioni, la Direzione si avvale del supporto del revisore. Ogni lavoro scientifico è sottoposto ad una previa valutazione di ammissibilità da parte della Direzione o del Comitato Scientifico Editoriale della Rivista e ad una successiva revisione. I Revisori non fanno parte della Direzione, né del Comitato di Redazione; essi sono selezionati tra Professori di prima e seconda fascia di Diritto penale e di Diritto processuale penale, italiani e stranieri, tenendo conto delle competenze specifiche di volta in volta, tra i componenti del Comitato scientifico dei revisori o tra autorevoli esperti universitari esterni. Tutti i componenti dei Comitati sono tenuti a non divulgare alcuna informazione sui manoscritti inviati a nessun altro soggetto diverso dagli autori, revisore e potenziale revisore. Se il Comitato di Redazione rileva o riceve segnalazioni in merito ad errori o imprecisioni, conflitto di interessi o plagio in un articolo pubblicato, ne darà tempestiva comunicazione all’autore e all’editore ed intraprenderà le azioni necessarie per chiarire la questione e, in caso di necessità, ritirerà l’articolo o pubblicherà una ritrattazione. Tutte le pubblicazioni che sono state sottoposte a revisione recano la relativa indicazione in modo chiaro. La peer review, c.d. revisione paritaria, è finalizzata a garantire il livello qualitativo della Rivista. A tal fine i contributi pervenuti per la pubblicazione nella Rivista vengono trasmessi dalla Direzione al revisore, scelto tra Professori di prima e seconda fascia di Diritto penale e di Diritto processuale penale, italiani e stranieri, tenendo conto delle competenze specifiche. I revisori operano nel rispetto del codice etico della Rivista e dei doveri ivi indicati. Il contributo viene inviato al Revisore – il cui nome viene mantenuto riservato dalla Direzione – senza alcuna indicazione del nome dell’Autore. Il Revisore invia alla Direzione, nel rispetto dei tempi indicati, una succinta valutazione, adeguatamente motivata, del lavoro indicando la meritevolezza di pubblicazione. Qualora il giudizio sia di meritevolezza della pubblicazione, il Revisore può indicare, in prospettiva migliorativa, ulteriori interventi. Sono oggetto di revisione i contributi destinati ad essere inseriti sulla rivista trimestrale denominata “Fascicolo”. La documentazione relativa alla procedura di revisione svolta per ciascun contributo è conservata dalla Direzione della Rivista. Il revisore selezionato che non si senta qualificato alla revisione del manoscritto assegnato o che sappia di non essere in grado di eseguire la revisione nei tempi richiesti, deve notificare la sua decisione al Comitato di Direzione, rinunciando a partecipare al processo di revisione. I manoscritti ricevuti per la revisione devono essere trattati come documenti riservati. La revisione deve essere condotta con obiettività. I referee devono esprimere le proprie opinioni in modo chiaro e con il supporto di argomentazioni documentate. Il revisore deve richiamare l’attenzione del Comitato di Direzione qualora ravvisi una somiglianza sostanziale o una sovrapposizione tra il manoscritto in esame e qualunque altro documento pubblicato di cui è a conoscenza. I revisori non devono accettare manoscritti qualora versino in posizione di conflitto di interessi derivante da rapporti di concorrenza, di collaborazione, o altro tipo di collegamento con gli autori, aziende o enti che abbiano relazione con l’oggetto del manoscritto. La pubblicazione è dichiarata inammissibile qualora il lavoro non sia attinente alle tematiche trattate dalla Rivista o sia manifestamente privo dei requisiti di scientificità di cui all’art.18 del vigente Regolamento ANVUR, ovvero priva di approfondimento, taglio critico e riferimenti bibliografici. La valutazione di inammissibilità è sinteticamente motivata ed è contenuta in una scheda precompilata depositata presso la Rivista. L’esito negativo della valutazione e la relativa motivazione sono comunicati all’Autore – garantendo l’anonimato del valutatore – con l’avvertenza che il lavoro potrà essere rivalutato qualora si rimedi ai deficit riscontrati. Conformemente all’art. 9 co. 5 del vigente Regolamento ANVUR, non sono sottoposti a revisione i soli “contributi non rilevanti per le finalità che presiedono alla classificazione delle Riviste”, segnatamente gli editoriali e i contributi a forum o discussioni. I contributi non scientifici diversi dagli editoriali sono pubblicati previo parere positivo, espresso in via informale dalla Direzione scientifica. L’esito della Revisione è comunicato alla Rivista mediante la compilazione di apposita scheda precompilata, con l’aggiunta di eventuali commenti; l’esito della valutazione può essere positivo, negativo oppure negativo con riserva: in tal caso, potrà essere pubblicato successivamente, a seguito della valutazione, da parte dello stesso Revisore, dell’adeguamento del lavoro alle correzioni/integrazioni suggerite. Qualora ravvisi indizi di plagio o scorrettezze nell’elaborazione di dati, il Revisore è tenuto a segnalarlo nella scheda. In caso di grave ritardo del Revisore, la Direzione lo sostituisce con altro Revisore scelto secondo i criteri già indicati. Le schede di revisione sono conservate presso la Rivista. L’esito della valutazione è comunicato dalla Rivista all’Autore. Durante l’intero procedimento di revisione, il lavoro ad essa sottoposto è considerato riservato e ne è vietata la diffusione o utilizzazione. La Rivista non garantisce l’accettazione del lavoro per la pubblicazione, né tempi di pubblicazione inferiori a 90 giorni. I lavori non scientifici sono pubblicati secondo la procedura descritta nel citato spazio “procedimento di revisione” all’interno del sito web. 3. Organismi della Rivista: Gli organismi che compongono la Rivista ed i relativi componenti sono indicati sia sul sito web, sia all’interno della Rivista trimestrale. 4. Copyright: Il titolare del diritto d’autore è nominato in tutti gli articoli pubblicati. Tuttavia gli organismi della Rivista si impegnano ad impedire la pubblicazione di lavori che contengono plagi o dati scorretti. 5. Regole di correttezza relative alle pubblicazioni (“Publication Ethics”):a) i reclami relativi alla mancata o gravemente tardiva pubblicazione di lavori saranno valutati dalla Direzione della Rivista; b) saranno evitati conflitti di interesse, in particolare nella scelta dei Revisori di ciascun lavoro; c) è consentita esclusivamente la pubblicazione di lavori inediti, tuttavia, su richiesta dell’Autore, può essere autorizzata la pubblicazione successiva in lavori collettanei o capitoli di libri; d) La vigilanza sul rispetto delle regole di correttezza compete alla Direzione della Rivista. 6. Periodicità della pubblicazione: La rivista denominata “Fascicolo” è una rivista trimestrale. Di converso, sulla pagina web possono essere inseriti contributi di rilievo scientifico, non destinati all’inserimento nella rivista trimestrale, anche con frequenza quotidiana. 7. Accesso: I contenuti della Rivista sono ad accesso libero. 8. Archiviazione: La conservazione dei contenuti della Rivista in caso di cessazione della pubblicazione sarà garantita dall’Editore. 9. Fonti di entrate: Le eventuali fonti di entrate (ad esempio pubblicità) sono indicate o altrimenti evidenti sul sito web e non incidono sull’autonomia delle decisioni editoriali. Gli eventuali annunci pubblicitari saranno chiaramente separati dalle pubblicazioni.   [1] Si precisa che, nei primi quattro mesi di vita della Rivista, la “Direzione” era denominata “Direzione Scientifica”, il “Comitato Scientifico Editoriale” era denominato “Comitato Scientifico” e il “Comitato Scientifico” era denominato “Comitato dei revisori”. La modifica del nomen è stata determinata dalla necessità di conformare i nomi dei comitati al vigente Regolamento ANVUR. Tuttavia nessuno dei comitati è stato modificato nelle sue funzioni e i componenti sono rimasti i medesimi, salvo alcune integrazioni nel numero dei membri. Al “Comitato Editoriale” si è deciso di dare la nomenclatura di “Comitato Scientifico Editoriale” al sol fine di sottolineare ai lettori la componente qualificata del suddetto comitato, composto interamente da professori di prima e seconda fascia. Tale modifica è stata decisa dalla Direzione nel mese di maggio 2020.    
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